La storia del Teatro Ateneo inizia nel 1935 e continua con la fondazione dell’Istituto Teatro nel 1954 a cui si affianca l’insegnamento di Storia del teatro e dello spettacolo della Facoltà di Lettere e Filosofia di Sapienza Università di Roma, con la direzione illuminata di Giovanni Macchia e Ferruccio Marotti. Dopo un lungo periodo di chiusura decretato nel 1997, la ristrutturazione dello stabile termina nel 2020, consentendo la riapertura e l’inaugurazione della stagione sperimentale del Nuovo Teatro Ateneo con una programmazione artistica e didattica coerente con gli obiettivi e i principi di Terza e Quarta Missione dell’Università Sapienza di Roma.
Raccontare la storia del Teatro Ateneo significa raccontare una parte fondamentale di storia del teatro italiano e ripercorrere una tradizione di lunga durata attraverso i luoghi fisici dello spazio del teatro e i luoghi dell’immaginario, che consentono di pensare ad esso come spazio vitale di esperienza. Con le parole di Fabrizio Cruciani, potremmo riferirci allo spazio teatrale del Teatro Ateneo come «luogo dei possibili espressivi», dove tradizione e innovazione si incontrano nel segno della ricerca e della sperimentazione teatrale.
Nel corso della conferenza stampa, il primo intervento a cura della Magnifica Rettrice Antonella Polimeni, rivela con fermezza la volontà che sottende e anima il progetto teatrale sperimentale della stagione 2024 del Nuovo Teatro Ateneo: offrire uno spazio culturale alla comunità e alla cittadinanza promuovendo il valore della conoscenza e della ricerca nel segno della condivisione, di un fare consapevole in grado di coniugare tradizione e innovazione. Onorare i Maestri del teatro italiano che hanno abitato i luoghi del Teatro Ateneo, quali Eduardo De Filippo, Carmelo Bene, Vittorio Gassman, Gigi Proietti; essere nel presente, coinvolgendo in modo diretto studenti, giovani talenti emergenti, artisti di avanguardia; costruire il futuro che vogliamo, con un’azione lungimirante, culturale e artistica, a sostegno di un’idea di cittadinanza consapevole.
Se la coscienza storica e artistica è in dialogo con il presente, il teatro torna a essere il luogo privilegiato dove, parafrasando Mario Apollonio, «la comunità si rivela a sé stessa». Nella sua accezione più ampia, l’arte teatrale come valore sociale e pedagogico, chiama in causa il ruolo dell’Università pubblica nel sostenere e diffondere la cultura spettacolare. Il Centro Sapienza Crea-Nuovo Teatro Ateneo con la direzione di Marco Benvenuti, accoglie con entusiasmo la sfida, ospitando quattordici spettacoli di prosa e di danza con l’intenzione di arricchire la proposta artistica della prossima stagione con eventi musicali, digitali, cinematografici e performance art, coinvolgendo artisti di rilevanza nazionale e internazionale.
Tradizione e innovazione sono le parole d’ordine che orientano la scelta degli spettacoli in cartellone. Il sipario è stato aperto il 26 settembre con l’anteprima di Eraclidi di Euripide, a cura della prof.ssa Anna Maria Belardinelli, coordinatrice del progetto Theatron – Teatro antico alla Sapienza, con la regia e la direzione artistica di Adriano Evangelisti. Un progetto in cui la ricerca drammaturgica sul teatro antico si coniuga al lavoro messa in scena che coinvolge a pieno titolo studenti universitari e studenti liceali. Nell’ambito delle attività di orientamento di Sapienza Università di Roma, è individuata la partecipazione degli studenti del Liceo Artistico Caravaggio di Roma, coinvolti nell’ideazione e nella costruzione della scenografia dello spettacolo. Per un teatro che attraverso lo studio dei classici è ancora in grado di parlare la lingua del futuro.

Ogni scelta dei curatori del programma è il risultato di una riflessione etica ed estetica, sul valore del teatro oggi. Curando la sezione di spettacoli di danza, il prof. Vito Di Bernardi si propone di restituire al Teatro Ateneo la centralità e lo splendore che ebbe negli anni della direzione di Ferruccio Marotti, ricordando i Maestri che hanno contribuito a rendere grande il nostro teatro: Peter Brook, Jerzy Grotowski, Dario Fo. La proposta artistica di Di Bernardi si inserisce nel continuum di una tradizione in cui lo spettacolo è il prodotto finale di un lungo processo formativo, laboratoriale, in grado di convogliare le energie creative di studenti e artisti. Il primo evento del programma è un racconto teatrale incentrato su Vaclav Fomič Nižinskij, protagonista della danza occidentale del XX secolo, dal titolo Matrimonio con Dio, di e con Vito di Bernardi, in scena il 17 ottobre. Per il secondo appuntamento l’attenzione si sposta sui giovani coreografi italiani under 35, in collaborazione con Romaeuropa Festival, con Dancing Days – DNAppunti coreografici 2024, sul palco del Teatro Ateneo il 21 ottobre; gli spettacoli di danza continuano con Shara, con la Compagnia Mòra diretta da Claudia Castellucci vincitrice del Leone d’argento alla Biennale Danza Venezia del 2020, in collaborazione con Romaeuropa Festival, l’8 e il 9 novembre. La rassegna di danza continua con Premièr, coreografia di Andrea Costanzo Martini e i danzatori del Balletto di Roma, il 26 e il 27 novembre e si concluderà con The Body in Revolt. A glimpse in the creative work of Emio Greco, con Emio Greco e Pieter C. Scholten, il 19 dicembre.
Nell’ambito del progetto di Terza Missione universitaria nel settore dello spettacolo dal vivo, è stata presentata la sezione di spettacoli di prosa, a cura del prof. Guido Di Palma, in collaborazione con Crea-Nuovo Teatro Ateneo. Partendo da una semplice domanda: che cosa è il teatro? Di Palma descrive lo spazio del teatro come un luogo di vocazioni, un modo per andare incontro alla vita. Raccontare altre storie, considerate minori; rendere evidenti le tessiture affettive che restituiscono il senso di una scelta, ispirata a un’idea di militanza con lo spettacolo Roberto Baggio, di e con Davide Enia, che apre la stagione il 1 ottobre. Sempre all’interno del progetto Terza Missione, va in scena il 28 ottobre Storia di un cortile, di Simonetta De Nichilo; lo spettacolo interroga la coscienza collettiva sul principio di libertà personale, in un contesto detentivo, a cui segue Mercoledì delle Ceneri, di Valentina Esposito in collaborazione con Fort Apache Cinema Teatro e Agenti, di Mimmo Sorrentino, rispettivamente il 29 e 30 ottobre. Entrambi gli spettacoli svelano meccanismi relazionali basati sulla violenza, in quel luogo di confine che è l’istituzione carceraria e allo stesso tempo la possibilità che il teatro ha, di agire sulla realtà per trasformarla, attivando processi conoscitivi, simbolici, necessari alla vita. Concludono la sezione, lo spettacolo Not Here Not Now e l’atelier creativo Vestiti della vostra pelle, nell’ambito di Per un teatro necessario – Residenze didattiche Universitarie, a cura di Andrea Cosentino, nelle rispettive date del 21 novembre e 10-11 dicembre.
Il progetto teatrale proposto dalla prof.ssa Sonia Bellavia è frutto di un percorso di ricerca intrapreso dalla compagnia di attori diretta da Claudio Puglisi, in collaborazione con la fondazione CulturaSì, incentrato sul lavoro dell’attore, seguendo la metodologia elaborata da Rudolf Stainer. Il lavoro teatrale è nella sua essenza veicolo di conoscenza e a volte, per costruire il futuro, è necessario riscoprire il passato. In questo senso, è stato proposto lo spettacolo La tempesta continua, dal romando di Peter Handke: Immer noch Sturm, in scena al Nuovo Teatro Ateneo il 10 ottobre. Il giorno successivo seguirà un incontro – conferenza sulla pedagogia teatrale di Rudolf Stainer, fondatore dell’antroposofia e di una visione integrata (mente, corpo e spirito) dell’essere umano, che trova nel teatro la sua massima espressione. Questo evento è stato pensato per valorizzare l’esperienza didattica, con e per gli studenti, che avranno modo di assistere a dimostrazioni pratiche di Sparachgestaltung (formazione del linguaggio) e di Euritmia steineriane.
Affinchè il Nuovo Teatro Ateneo possa essere un luogo di costruzione di una drammaturgia di comunità, la proposta del prof. Stefano Locatelli mira a coinvolgere l’impresa sociale Potenziali Evocati Multimediali – PoEM, composta da giovani under 30, nata dalla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, con la guida dei maestri Gabriele Vacis e Roberto Tarasco. In questo contesto emerge con forza un’altra funzione vitale della pratica teatrale: al di là dello spettacolo, la dimensione di cura della persona, la valorizzazione delle relazioni umane, l’impegno per l’inclusione sociale. Un teatro inclusivo, partecipativo, in cui la componente estetica è funzionale all’esperienza dell’incontro con l’altro. Per la stagione sperimentale 2024, la compagnia teatrale PoEM andrà in scena l’11 novembre con Rivesveglio di primavera, regia di Gabriele Vacis, con il contributo di LABS Sapienza – Dipartimento SARAS.
La riapertura del Nuovo Teatro Ateneo testimonia l’impegno della Comunità Sapienza nel dare forma concreta a una speranza, un bisogno di espressione e comunicazione che si realizza nell’incontro con l’altro, in uno spazio dedicato. Ricordando le parole di un luminare della psicofisiologia applicata alla formazione teatrale, il prof. Vezio Ruggieri, possiamo dire che, quando il teatro esprime la libertà di essere nel mondo, nello spazio dell’ascolto e dell’incontro, diventa metafora della condizione umana. L’auspicio è che il Nuovo Teatro Ateno sia anche metafora concreta di un futuro in cui essere protagonisti, dove l’arte incontra la vita sul palcoscenico del mondo universitario.
In ordine di intervento:
La Rettrice Antonella Polimeni
Marco Benvenuti
Vito Di Bernardi
Guido Di Palma
Sonia Bellavia
Stefano Locatelli
Anna Maria Rosaria Belardinelli
Simonetta Ranalli
Guido Fabiani