«La ferocia» di questo presente: VicoQuartoMazzini torna al ReF

Prosegue la programmazione del Romaeuropa Festival al Teatro Argentina, questa volta con una compagnia nostrana, nata dal lavoro congiunto tra Michele Altamura e Gabriele PaolocàVicoQuartoMazzini, attiva ormai da una decina d’anni e vincitrice nel 2021 del Premio Hystrio come miglior gruppo emergente.

Debuttato lo scorso anno nella medesima cornice festivaliera (ma al Teatro Vascello), La ferocia conferma gli intenti programmatici del duo, ossia quello precipuo «di rivelare le grandi storie capaci di indagare le impellenze del nostro tempo raccontandole attraverso le molteplici possibilità dell’arte scenica e performativa». La vicenda è quella ideata ed elaborata da Nicola Lagioia per il romanzo omonimo, edito da Einaudi nel 2014 e vincitore del Premio Strega l’anno successivo. Una storia sul e del Meridione, che mette al centro i conflitti familiari, con un rimando esplicito al rapporto tra individuo e società, a quanto di politico c’è nel privato e viceversa.

La fortuna della famiglia Salvemini, giunta a Bari negli anni Settanta, si regge sull’impero edile – complice della cementificazione delle coste pugliesi, ma anche di famose capitali internazionali – tirato su da Vittorio, caso esemplare di marito e padre padrone, abituato alla corruzione, ad aggirare le normative di legge e all’esercizio mafioso della prevaricazione. A invertire l’irrefrenabile ascesa, il corpo senza vita della figlia Clara, trovata morta ai piedi di un autosilo. Scomparsa controversa e scandalosa, che spinge il fratello Michele a indagare sugli ultimi dieci anni delle dinamiche torbide da cui si era sottratto in maniera pressoché definitiva.

Lo spettacolo di VicoQuartoMazzini ha la capacità di creare un’atmosfera tesissima, densa e a tratti inquietante. La narrazione, come nei noir più avvincenti, ci conduce nei meandri e nelle ombre del mistero, che si fa sempre più fitto e abominevole. Grande il merito dell’eccellente adattamento, firmato da Linda Dalisi, sicuramente «una delle penne più interessanti del panorama teatrale contemporaneo», come segnalava già nel 2022 Francesca Saturnino su «il Manifesto».

L’uso dei pannelli scorrevoli nella scenografia – di Daniele Spanò – risulta elegantissimo oltreché funzionale. Il sound design di Pino Basile, avvolgente e immersivo, ha la capacità di rendere tangibile la violenza, sia fisica che psicologica, che fa da protagonista nella messinscena. La regia e il lavoro attento degli attori – menzione speciale a Francesca Mazza, nei panni della signora Salvemini – contribuiscono a fare di La ferocia un ottimo spettacolo di prosa.

Protagonisti impliciti – ma non involontari – della messinscena: il Sud, vessato e vilipeso, la cui crisi ha ormai smesso di costituire un’eccezione alla regola ed è piuttosto divenuta una sineddoche del crollo (economico, sociale, culturale) dell’Occidente; e l’urgenza di concentrare il dibattito sui cambiamenti del presente, per combattere l’individualismo dilagante.

LA FEROCIA

dal romanzo di Nicola Lagioia
ideazione VicoQuartoMazzini
regia Michele AltamuraGabriele Paolocà
adattamento Linda Dalisi
con Michele Altamura, Leonardo Capuano, Enrico Casale, Gaetano Colella, Francesca Mazza, Marco Morellini, Gabriele Paolocà, Andrea Volpetti

scene Daniele Spanò
luci Giulia Pastore
musiche e sound designer Pino Basile
costumi Lilian Indraccolo
foto Francesco Capitani

produzione Scarti – Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, Elsinor Centro di Produzione Teatrale,
LAC Lugano Arte e Cultura, Romaeuropa Festival, Teatri di Bari, Teatro Nazionale di Genova

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