di Ludovica Boldreghini
Lo spettacolo “Pezzi” di Paola Bianchi si è tenuto al MADXI di Latina il 25 e il 26 maggio in occasione di TenDance – festival di danza contemporanea, ponendo una profonda riflessione sulla forma di non-considerazione dell’uomo più struggente: la deumanizzazione, contestualizzata alla deportazione nazista ma mai così attuale.
Nella stanza il rumore di un cigolio di catene, forti rumori metallici confusionari si mescolavano al rumore dell’arrivo di un treno, quel treno che forse avrebbe segnato la loro condanna.
Poi ad un tratto il silenzio, i corpi delle due danzatrici Barbara Carulli e Valentina Foschi iniziano a muoversi o meglio a dimenarsi, strusciando il loro corpo contro il pavimento spoglio e freddo contrassegnato da blocchi numerati, come delle celle, in cui quei corpi spogli erano intrappolati.
Così, agitandosi sul pavimento, hanno creato un rumore stridulo che trasmetteva la loro sofferenza, di un corpo senza più identità, vestito di vesti povere e grigie come l’aria che si respirava, ormai ridotti ad un numero contrassegnato sulla cella di quel luogo infernale.
Noi lì, spettatori e spettatrici di questo disagio, ma impossibilitati a intervenire per aiutare l’altro.
La performance può esser ricondotta non solo al passato, ma anche all’oggi, a tutti i disagi che sono nel mondo, alle guerre che consumano corpi di innocenti.
In scena, i corpi delle danzatrici si dimenano e si ribellano a questa crudele realtà, vogliono fuggire dalla “cella” pur non riuscendoci. E noi ancora lì, a sentire notizie su notizie di conflitti sui vari canali tv, restando spettatori passivi, senza intervenire, come durante lo spettacolo, perché tutto ciò che accade si trova dall’altra parte e non siamo noi i protagonisti della rappresentazione.
Questo atteggiamento può derivare da molteplici fattori: la distanza fisica dai teatri di guerra, la desensibilizzazione causata dalla frequente esposizione mediatica e la mancanza di coinvolgimento personale; ma queste non devono essere scuse dietro le quali nasconderci.
Bisogna abolire l’indifferenza verso il dolore altrui, mettere da parte le priorità dei propri interessi per contribuire a diminuire la violenza e l’odio reciproco umano.
PEZZI (1-2-3-4)
concept e coreografia PAOLA BIANCHI
danzato e creato da BARBARA CARULLI e VALENTINA FOSCHI
sound design STEFANO MURGIA
costumi PIANOB
produzione PINDOC
coproduzione LIBERTY / STAGIONE AGORÀ
con il contributo di MIC e Regione Siciliana
realizzato nell’ambito del progetto VOCI DALLA STORIA ideato da Liberty e sostenuto da Unione Reno Galliera, Città Metropolitana di Bologna, Comuni di Baricella, Granarolo dell’Emilia, Malalbergo e Minerbio, Parco della Memoria Casone del Partigiano “Alfonsino Saccenti”, con il contributo di REGIONE EMILIA ROMAGNA