La scorsa estate ci eravamo occupati di raccontare il primo tour di Barbascura X, lo youtuber ormai noto per i video in cui racconta «male» il mondo animale. Amore Bestiale, che avevamo visto nella data al Parco Archeologico di Ostia Antica, era costruito sulla tematica dei diversi e straordinari – e talvolta terrificanti – modi che in natura esistono per riprodursi. Quest’anno invece Barbascura ha presentato al Teatro Brancaccio Siamo qui per Caos, spettacolo articolato sul tema dell’evoluzione.
Perché certi animali, microrganismi e piante si sono evoluti in un certo modo? Sono processi talmente sofisticati che sembra impossibile pensare che non siano studiati nei minimi dettagli. E invece, l’evoluzione non è altro che una lenta e inesorabile affermazione di un gene, di un comportamento, sviluppatosi per caso e rivelatosi conveniente alla sopravvivenza di una specie.
Diversamente da Amore Bestiale, la scaletta dello spettacolo è meno evidente, sembra quasi che anche nella sua costruzione regni una certa confusione. Si parte dagli albori, da quella particella – che Barbascura rinomina Ugo – da cui con il big bang è scaturito tutto, per caso. Da qui il resto dello spettacolo è articolato in una serie di aneddoti, fatti scientifici, che si legano gli uni agli altri quasi arbitrariamente. Come fossimo a una di quelle feste di cui Barbascura racconta, durante le quali dal nulla lui racconta «fatti scientifici non richiesti» eppure in grado di abbindolare l’ascoltatore, il pubblico in questo caso, generando curiosità e domande.
Come suo solito, con cinismo e ironia, Barbascura mette in luce la rigorosa casualità della natura, e tenta di togliere all’essere umano quello scettro di specie migliore del quale si è arbitrariamente appropriata. Stavolta persegue tale obiettivo anche attraverso riferimenti mordaci all’attualità, brevi e pungenti, ma in grado di colpire nel segno, come hanno dimostrato gli scrosci di applausi che dal pubblico si producevano subito dopo.
Rimane simile al precedente tour la struttura dello spettacolo, la sua articolazione in lunghi monologhi e contributi video, a riprodurre il format dei suoi video YouTube. Valore aggiunto nei due spettacoli è sicuramente il contato con il pubblico, l’interazione con quelli che solitamente sono solo utenti e con la quale Barbascura sembra giocare molto di più rispetto ad Amore Bestiale.
L’atmosfera comica pervade l’intero spettacolo, tranne gli ultimi minuti. Sono qui per Caos si conclude con una considerazione quasi filosofica, ma dalle basi ovviamente scientifiche. Barbascura si domanda quanto conti chiedersi chi siamo. Dove risiedono l’anima e l’identità di ognuno di noi? Se siamo solo una massa di cellule, ognuna interessata al proprio funzionamento, ha davvero valore rispondere a questa domanda?
E così, con un quesito esistenziale, si conclude lo spettacolo, senza perdere però che si perda completamente la comicità. Barbascura risolve il dilemma affermando che non importa davvero a nessuno chi siamo. L’importante è funzionare bene e sopravvivere.
Sono qui per Caos
Di e con Barbascura X