Non sparate sul presepe al Teatro Trastevere

Quattro sconosciuti, in una casa isolata nella campagna toscana, durante la notte di Natale. Dal 19 al 22 dicembre, il Teatro Trastevere di Roma presenta Non sparate sul presepe, un’arguta pièce dal sapore natalizio, scritta e diretta da Massimiliano Pazzaglia, in collaborazione con Crash Test Produzioni.

La notte a cavallo tra il 24 e il 25 dicembre è quella notte in cui le famiglie si riuniscono nelle case, festeggiano l’arrivo del Natale, si scambiano doni. È quella notte tanto attesa, che finalmente arriva dopo il frenetico periodo che la precede, mentre le città si illuminano a festa. È tutto programmato da giorni, a puntino, tutto è pronto per ricevere amici, parenti, ospiti. Ma cosa accadrebbe se, apparentemente per puro caso, ci si ritrovasse a passarla in un casa sperduta, in compagnia di sconosciuti?

«Dicembre, odore di castagne per le strade, fa freddo e il vento va dicendo nei camini, almeno questa notte dimentichiamo il male». Le parole di Buon Natale a tutto il mondo di Domenico Modugno introducono lo spettacolo, ambientato in una casa perfettamente addobbata per l’occasione, durante una notte di pioggia battente. Un luminoso albero di Natale sulla sinistra, un accurato presepe sulla destra. Al centro, sul camino, una piramide di scatole di pandoro.

Non sparate sul presepe è una commedia, a tratti anche amara, che immerge gli spettatori in un kammerspiel ambientato proprio nella notte della vigilia di Natale, in casa di Gualtiero, un solitario uomo che lavora come produttore di piante e fiori finti, ma che di nascosto traffica cocaina – camuffata da zucchero a velo dei pandori. A piombare improvvisamente nella sua abitazione è, per prima, Caterina, una giovane donna che dice di essere in viaggio verso la casa dei genitori, ma che deve prima risolvere questioni legate al passato. E poi Ivan, un giovane e cinico camionista friulano, e Vincenzo, che tramite autostop cerca di tornare nella nativa Mondragone per passare il Natale con la sua famiglia. In un crescendo di dialoghi serrati, ironia, complicità e rivelazioni, ciascuno di loro si metterà pian piano a nudo raccontandosi agli altri avventori, e le verità nascoste verranno a galla. L’azione si fa così facilmente strada tra  simpatiche gag piene di equivoci, digressioni sulla propria vita, spesso anche poco felici – come il racconto del camionista Ivan riguardo la morte della moglie -, e colpi di scena che riveleranno chi sono davvero questi quattro sconosciuti e cosa li porta nella casa di Gualtiero.

Edoardo Ciufoletti, Massimiliano Pazzaglia, Giorgia Lepore Martinelli e Federico Scribani danno vita a una pièce arguta e brillante, portando in scena quattro individui differenti tra loro per provenienza geografica, filosofia di vita, situazione familiare, ma allo stesso tempo accomunati dalla voglia di passare in compagnia la notte di Natale. Ognuno è caratterizzato da un accento che ne tradisce la regione di origine e da una spiccata personalità, che solo alla fine però si rivelerà essere una sorta di maschera indossata nel corso dell’intera serata, a nascondere la loro reale identità. Da una parte, c’è chi freme per poter uscire dallo spazio costretto in cui è capitato durante questa insolita serata, padrone di casa compreso, dall’altra chi si innervosisce per un albero di Natale dalle instancabili luci intermittenti. Pur così dissimili tra loro, il destino sembra averli condotti lì, per farli conoscere e, all’occorrenza, riconoscere.

Rumori di pioggia battente, clacson di auto che passano lungo la statale, voci registrate che  riportano i pensieri dei personaggi, canzoni a tema natalizio che si ripetono all’inizio e al termine della storia: l’elemento sonoro si presenta come fondamentale nello spettacolo, direttamente in scena così come dietro le quinte, ad enfatizzare l’isolamento dei protagonisti all’interno di quella casa di cui, fino a pochi minuti prima, ignoravano l’esistenza. Le stesse voci dei personaggi, così diverse tra loro e costantemente impegnate nei dialoghi e, più in generale, nell’azione, rendono dinamica e viva la componente sonora dello spettacolo.

Non manca, tra ironia e humour spiccato, qualche riflessione sull’altra faccia del Natale: ad esempio quella della solitudine, lasciata intendere a livello diegetico dalle stesse biografie dei personaggi, ma che pervade la realtà di tante persone proprio in quello che viene definito come il periodo più magico dell’anno. O ancora il consumismo, che si è sempre di più insinuato nella dimensione natalizia, dividendo le persone: chi ancora vive questa festa in maniera tradizionale, dando la precedenza alla sua vera essenza, e chi si affretta, tra corse al regalo più bello e gare a chi ha speso di più, facendo, anno dopo anno, perdere l’autentico spirito del Natale.


Non sparate sul presepe

scritto e diretto da Massimiliano Pazzaglia

con Edoardo Ciufoletti, Giorgia Lepore Martinelli, Massimiliano Pazzaglia, Federico Scribani

scene e costumi Erika Cellini

prodotto da Crash Test Produzioni

1 commento

  1. Salve
    Vi chiediamo gentilmente di cambiare la foto. Questa foto è di un nostro spettacolo che s’intitola Il Dio del massaco di Yasmina Reza della compagnia Areté Ensemble e CiprianiGambaccini. Grazie

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