Dal 2 al 6 gennaio va in scena, presso il Teatro Sala Umberto di Roma, Feste, della compagnia Familie Flöz, residente a Berlino e vincitrice di numerosi premi.
«In una maestosa villa sul mare, tutto è pronto per la celebrazione di un matrimonio e della consequente festa. Dietro la villa, si nasconde un cortile, sporco e caotico, dove il personale lavora senza sosta per cucinare, preparare, sorvegliare, pulire, riordinare. […] FESTE è una favola senza parole per adulti, in una poetica miscela di tragedia e slapstick. Una storia sulla ricerca della felicità individuale, ma dietro la quale si nasconde ben altro».
Una porta sulla sinistra, un fondale che rappresenta il cielo, un paio di costruzioni con relative porte sulla destra e alcune finestre, più un piano rialzato con un’apertura che dà su una sala da ballo invisibile al pubblico costruiscono l’ambiente della vicenda. Un custode, un cuoco, una donna delle pulizie e un direttore, la sposa e lo sposo, una senzatetto in cerca di riparo, un postino e altri sono i personaggi che abitano lo spazio. A fronte del loro gran numero, gli attori – e il pubblico lo scoprirà solo alla fine, a meno che non abbia letto la brossura – sono solo tre: Andres Angulo, Johannes Stubenvoll e Thomas Van Ouwekerk.
Nel prologo, l’incontro della futura sposa con una senza fissa dimora avviene su una panchina, subito dopo la proposta di matrimonio. La prima scena ci presenta invece il custode della proprietà dove si svolgerà la festa, e la moglie, alle prese con uno chef in lotta con due polli, in attesa dell’arrivo della sposa. L’uso del buio è molto frequente all’inizio, come anche quello delle musiche, utili a separare le scene. All’arrivo del direttore, assai elegante, si verificano degli inconvenienti, mentre in seguito la senza fissa dimora verrà relegata a stare nella spazzatura. Alla fine, finalmente avrà inizio la festa – che il pubblico non vede mai –, non prima di una lezione di ballo tenuta per i due spasimanti, in cui si alternano brani classici e moderni. Nell’ultima scena, mentre la sposa danza al centro del palcoscenico, la povera senzatetto partorisce in mezzo alla spazzatura.
Numerose sono le trovate nel corso della messa in scena. Un conflitto tra la custode e lo chef, che dall’alto di una finestra lancia delle uova e impreca contro la signora; un eccentrico direttore che si cambia d’abito perché sporco, ha dolori alla schiena e riceve pacchi dall’esterno; una rissa durante la festa, in cui due amici dello sposo si lanciano sacchi di spazzatura. Nel corso di tutta la narrazione, gli attori indossano delle maschere, a cura di Hajo Schüler. Il merito della messa in scena non è tanto di svolgersi dall’inizio alla fine senza che una sola parola venga pronunciata: produrre situazioni comiche di questo tipo talvolta si verifica in teatro. Piuttosto, è il riuscire a impostare un’intera storia, rendere comprensibili ruoli e personaggi, e saper dispiegare una narrazione coerente senza l’ausilio di parole o didascalie, a conferire allo spettacolo grande valore. Non contenti dell’infinito numero di gag svoltesi nel corso dell’opera, i tre attori, nell’epilogo, suonano dei bicchieri di cristallo per salutare il pubblico, mentre all’inizio, prima ancora che la platea fosse al completo, si avvicendavano sul palcoscenico in piccole gag e movimenti. Tre lavoratori instancabili pieni di talento, che danno vita a una narrazione originale ricca di trovate e di quello che efficacemente si può definire teatro.
Un’opera d’arte.
Feste
di Familie Flöz
Un’opera di Andres Angulo, Björn Leese, Johannes Stubenvoll, Thomas van Ouwerkerk, Michael Vogel
Con Andres Angulo, Johannes Stubenvoll, Thomas van Ouwerkerk | Co-Regia Bjoern Leese
Maschere Hajo Schüler | Set Felix Nolze, Rotes Pferd | Costumi Mascha Schubert | Sound Design Dirk Schröder | Musica Maraike Brüning, Benjamin Reber
Piano Maraike Brüning | Cello Benjamin Reber, Majella Münz, Marie-Louise Wundling |Canzone “Hold on” Marlena Käthe | Luci Reinhard Hubert | Direttore di produzione Gianni Bettucci | Assistenti di produzione Dorén Grafendorf, Carolin Hartwich
UNA PRODUZIONE DI FAMILIE FLÖZIN COPRODUZIONE CON THEATERHAUS STUTTGART, THEATER DUISBURG, THEATER LESSING WOLFENBÜTTEL. CON IL SUPPORTO DEL HAUPTKULTURFONDS
Regia di MICHEAL VOGEL