Una sorta di montagna sacra: Carrozzeria Orfeo al Teatro Vascello con Salveremo il mondo prima dell’alba

È in scena dal 15 al 19 aprile al Teatro Vascello di Roma (Monteverde) Salveremo il mondo prima dell’alba, spettacolo di Carrozzeria Orfeo, con la regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi.

“Dopo aver esplorato in diversi spettacoli il mondo degli ultimi, dei reietti, degli esclusi e dei perdenti, in questa nuova produzione Carrozzeria Orfeo indaga il mondo del benessere e dell’apparente successo, attraverso il racconto dei primi, dei vincenti, della classe dirigente, dei ricchi”. Così la compagnia decide di descrivere il fulcro del proprio spettacolo, in brossura.

Jasmine, pop star in decadenza per l’uso di ansiolitici e il tradimento dell’ex fidanzato, è la protagonista del racconto, la cui voce riecheggia talvolta in sottofondo, registrata. In preda all’ansia, si è gettata in fiume con la sua auto, e ora si ritrova, assieme ad altri quattro uomini e un coach, in «una clinica di riabilitazione di lusso situata su un satellite nello spazio, nuova meta turistica per super ricchi, specializzata nella cura delle dipendenze».
Il linguaggio scurrile è un elemento caratterizzante lo spettacolo, e denota la sua sfumatura comica. I temi vanno dall’abuso di cocaina all’autoerotismo deviato, in un intreccio che trasuda gravità e dolore, ma in chiave tragicomica. Ipnosi regressive e spiriti guida, accostamenti improbabili («Einstein, Madre Teresa… e Stalin!»; «sapevate che i panda fanno 20 kg di cacca al giorno?»), yoga e personalità borderline, tematiche di attualità e geopolitica informano il contenuto del testo. La psicanalisi è molto presente, e tra diversi mantra – «Accetta (o fuggi da) te stesso», «liberati dal giudizio altrui», «serve luce (cioè il sorriso) per proiettare le ombre» – emergono traumi infantili e ferite più o meno rimarginabili. I personaggi fanno l’orto e sono soggetti a limitazioni (nell’uso di cellulare e droghe).
Omar, imprenditore omosessuale con gravi problemi familiari, è il personaggio più radicato: con i piedi per terra, accetta e ammette gli attriti della vita, con una franchezza che manca agli altri personaggi. I suoi 4 minuti di telefonate al giorno non bastano mai per sfogarsi con i colleghi e contattare la famiglia allo sbando. Nat, bangladese dal forte accento, con alle spalle una famiglia numerosa e costretto a servire il padrone, – multimiliardario e ingegnere sociale, interpretato da Ivan Zerbinati – impersona l’unico elemento “debole” del gruppo: nato in una famiglia povera, è incapace di adottare una mentalità aziendale, e alla fine erutta in uno sfogo plateale per essere stato oggetto di offese sulle reti sociali. Emerge altresì l’infanzia del coach – personaggio ambiguo che appare monodimensionale ma che alla fine, come tutti gli altri, si rivela anche lui profondamene umano e sfaccettato – da piccolo non riusciva ad andare al bagno senza farsela addosso, e indossa sempre il pigiama regalatogli dalla zia defunta.
William è un importante imprenditore, che dirige le masse grazie al suo fiuto per gli affari.

«L’intero spettacolo […] vuole farsi metafora di un modello di vita ormai giunto a un punto di non ritorno, dove parole come comunità, umanità e gentilezza sono quasi del tutto scomparse». Grazie a un intreccio di temi molto ampio e variegato, il testo riesce a trasmettere una vicenda profondamente umana, sullo sfondo di una descrizione sociale e culturale. Non a caso il testo è stato affiancato da un consulente filosofico: «Quando Gabriele Di Luca mi ha proposto di fare da consulente filosofico per il suo nuovo spettacolo ne sono rimasto entusiasta». Così commenta lo stesso Andrea Colamedici.
A conclusione, sembra che l’essere umano sia costretto a convivere con il proprio dolore, in una dialettica mai risolta tra perdono (che forse alla fine sembra prevalere) e cinica disillusione. Così Jasmine esordisce a un certo punto, parlando delle sue dipendenze: «Il dolore ti tiene al sicuro».


Salveremo il mondo prima dell’alba

Uno spettacolo di CARROZZERIA ORFEO

Drammaturgia Gabriele Di Luca
Con (in o.a.)
Sebastiano Bronzato
Alice Giroldini
Sergio Romano
Roberto Serpi
Massimiliano Setti
Ivan Zerbinati
Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
Assistente alla regia Matteo Berardinelli
Consulenza filosofica Andrea Colamedici – TLON
Musiche originali Massimiliano Setti
Scenografia e luci Lucio Diana
Costumi Stefania Cempini
Direzione tecnica Alice Mollica e Andrea Gagliotta
Tecnico elettricista Ermanno Marini
Creazioni video Igor Biddau
Con la partecipazione video di Elsa Bossi, Sofia Ferrari e Nicoletta Ramorino

Una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
in collaborazione con Centro di Residenza dell’Emilia Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale

Durata dello spettacolo 135’ senza intervallo

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