Il gruppo umano che si affolla fuori dal Quarticciolo la sera del 30 maggio per l’ultimo evento della stagione è già molto nutrito, quando gli operatori del teatro ci guidano a piedi lungo il breve tragitto che conduce in un luogo in cui la maggior parte degli addetti ai lavori convenuti mai sarebbe entrato: una bocciofila, denominata “La Sorgente”. Questo nome, involontariamente grotowskiano, si adatta perfettamente all’esperienza che ci accingiamo a vivere.
Lo spazio è intimo, sistemato con cura: sedie, divani, poltrone e tavolini disposti in un circolo che annulla la frontalità della scena, invitandoci a incrociare gli sguardi degli altri spettatori, o a faticare per evitarli. L’ingresso di Nicola Borghesi cattura l’attenzione, dando avvio alla narrazione che si fa da subito partecipativa, senza mai scadere nella forzatura o nella costrizione.
La base drammaturgica di Album – elaborata in collaborazione da Enrico Baraldi, lo stesso Borghesi e Riccardo Tabilio – mescola due grandi assi tematici: la perdita della memoria dovuta a patologie degenerative, e la perdita di ricordi provocata dalla cancellazione materiale di oggetti e luoghi a causa di una catastrofe, come l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna qualche anno fa. Due forme di smarrimento – una interiore, l’altra esteriore –, ma accomunate dall’immagine del fango che copre, cancella, trascina via.
A fare da contrappunto, un leitmotiv che torna a più riprese nel corso della narrazione, e cioè quel fenomeno bizzarro che induce le anguille a percorrere migliaia di chilometri per tornare nel Mar dei Sargassi, rispondendo a una memoria ancestrale, inscritta nel dna. Un prodigio misterioso che ha a che fare con l’essenza della vita e con ciò che nel nostro vivere supera qualsiasi cognizione culturale.
La messinscena è arricchita da impianto audiovisivo, con proiezioni in presa diretta, registrazioni, fotografie raccolte nel corso della ricerca. In linea con la poetica del gruppo Kepler-452, dedita al teatro documentario che sappia farsi anche politico e civile, Album sembra mettere a sistema un repertorio di fonti di varia natura, per costruire un discorso il cui ordine sia capace di ridare senso alla catastrofe individuale e collettiva.
ALBUM
a cura di Kepler-452 (Nicola Borghesi e Enrico Baraldi)
in scena Nicola Borghesi
drammaturgia Enrico Baraldi, Nicola Borghesi e Riccardo Tabilio
ideazione tecnica Andrea Bovaia
consulenza sound design e musiche Alberto Irrera
coordinamento Roberta Gabriele
foto di Elisa Vettori, Michele Lapini e Giulia Lenzi
progetto vincitore del bando Daily Bread nell’ambito del Progetto Europeo Stronger Peripheries: a Southern Coalition
in coproduzione con Pergine Festival, Pro progressione e L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
con il sostegno di Intercettazioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia e Residenza Artisti nei territori masque teatro