Sulla Maestria_Giorni 6/7: cosa rimane?

I tre maestri s’incamminano assieme, dialogando. Le attrici e li attori si tengono ancora attorno alla sala invece, lì dove il linoleum viene arrotolato. Chiuse le finestre, non resta che lasciarsi alle spalle anche la porta.
Nove giorni di ricerca, studio, pratica. Cosa resta?

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Sulla Maestria_Giorno 2: Cucù!

Il lavoro scandito dal ritmo di una risata. La percezione che arriva tra le pieghe del gioco. Guardare un corpo cosa diventa, in che si trasforma. E come il caos da cui siamo partiti genera infine stelle danzanti.
Osservare Vladimir Olshansky significa comprendere che un uomo ha in sé tutte le «possibilità possibili» del mondo.

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Sulla Maestria_Giorno 1: in attesa di una relazione

Tre maestri, dodici tra attrici ed attori, nove persone che studiano osservando, in una piccolissima sala di un comune di 142 abitanti. Per comprendere quanto sia possibile ascoltarsi reciprocamente, porsi in condizione di fragilità, mettere in dialogo il proprio metodo e in discussione le proprie certezze. Così da generare, infine, una lingua nuova, momentanea e in comune.
Il racconto del primo giorno dell’atelier 𝑺𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒎𝒂𝒆𝒔𝒕𝒓𝒊𝒂 a cura di Alessandro Toppi e Marta Cirello

Ery Nzaramba_© Marie Clauzade

“Tempest Project”: libertà e perdono per Peter Brook

Il “Progetto” Tempesta si può dire che abbia attraversato l’intero arco della carriera di Peter Brook. Dal 1957, al 1968, al 1990, fino al 2020. L’ultimo tassello di questa lunga riflessione, frutto del lavoro condiviso con Marie-Hélène Estienne, è Tempest Project che a un anno dalla scomparsa di uno dei grandi maestri del teatro del Novecento, approda a Roma, ospite del RomaEuropa Festival, all’Auditorium Parco della Musica. In scena fino all’1 ottobre.